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Sas dies imprestadas, la variante regionale sarda dei giorni della Merla

da | Gen 22, 2019 | Cultura e artigianato | 0 commenti

Che sia due o tre giorni, gli ultimi di gennaio sono considerati i giorni più freddi dell’anno. I giorni della merla, che nella variante sarda prendono il nome di “sas dies imprestadas“.

I giorni della merla

In Italia gli ultimi giorni dell’anno sono chiamati i giorni della merla e molte leggende regionali mettono al centro delle loro storie una merla che, per difendersi dal freddo, si riparò in un comignolo con i suoi piccoli. Il suo piumaggio, originariamente bianco, divenne nero e nero restò. Un’altra costante delle leggende regionali è l’atteggiamento vendicativo di gennaio, che prese in prestito i giorni (a volte due, altre volte tre) da febbraio per punire la merla. Ci sono anche altre storie con diverse varianti che in ogni caso individuano negli ultimi giorni di gennaio quelli più freddi dell’anno, mentre altre utilizzano questi giorni per capire quale sarà l’andazzo climatico dell’anno. Tante e diverse leggende difficili da riassumere in poche righe. In Sardegna i giorni della merla sono chiamati “Sas dies imprestadas“, scopriamo perché.

Sas dies imprestadas

Narra la leggenda di un gennaio particolarmente mite, che diede a un giovane pastorello un ottimo pascolo. Il pastorello si vantò di ciò, burlandosi di gennaio approfittando del fatto che, essendo ormai il 29, il mese fosse terminato. Il permaloso gennaio decise di punirlo, ma non avendo più giorni a disposizione chiese due giorni in prestito a febbraio, allora composto da 30 giorni. Ottenuto il prestito gennaio sfogò la sua vendetta sul pastorello, sterminandone il gregge con freddo e neve. Si salvò solo una pecora, che riuscì a nascondersi sotto una pentola utilizzata per scaldare il latte e preparare il formaggio. I due giorni non furono mai restituiti e da allora gennaio ha 31 giorni e febbraio 28. Questi son rimasti, nella realtà contadina sarda, “sas dies imprestadas“, ovvero i giorni prestati: il 30 e 31 gennaio.

Gennaio come le previsioni del tempo

A parte la leggenda, gennaio è spesso utilizzato per decifrare il clima dell’intero anno. Gli ultimi giorni (appunto, sas dies imprestadas) indicano quella che sarà la primavera. Se saranno freddi, la primavera arriverà presto e sarà mite, mentre se saranno miti, la primavera sarà fredda. Ma ci sono anche altre indicazioni che gennaio può dare. Per esempio l’andamento climatico dei primi dodici giorni dell’anno sarà una rappresentazione anticipata dei dodici mesi che seguiranno. Oppure si fa riferimento alla Candelora, ovvero il 2 febbraio: se piove o soffia il vento il 2 febbraio ci saranno altri quaranta giorni di brutto tempo. Se invece non piove è segno che l’inverno è praticamente finito.

Naturalmente sono tutte credenze e riferimenti di un’epoca in cui accendere la TV o consultare un’App per avere informazioni sul clima era impossibile, ma è sempre bello ricordare queste leggende che, vere o meno, hanno comunque scandito la storia e il lavoro dei nostri avi.

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